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È inutile raccondà comm’è ita

di Claudio Salvini

 

È INUTILE RACCONDÀ COMM'È ITA

 

È INUTILE RACCONTARE COME È ANDATA

“È inutile raccondà comm’è ita:
I guardeva ‘nterra
Arderate e ciuppe.
Po’ ne lambe…
Ne strille alle recchie…
Ne corpe…
Come quann’era vajulitte.
Ma stavòta n’aje sentito gnende.
Gnende.

Po’ all’ambruvvisa
aje reviste Avezzane mi’
‘nnanzi aji occhi!
La ciuppia se nn’era ita.
La ‘ócca nen era cchiù schiòrta,
nen raspeva ‘n terra.
Aje guardate
Pe trova’ i ggiochi mi’…
E aje viste quiji vajùli…

I sacce che so bravi vajùli;
‘Ne poche sciorni de’ pensieri
dei vecchi comme mi;
So’ troppe ‘ngarugniti
a fasse ‘ne future,
pe’ penza’ aje passate;
solo ‘ne pare de bbattute
e ‘ne pizzichi de stupore,
ma so’ bravi vajùli.

Se vitene, parlene,
ma nen se fanno soccova’.
M’hanno sembre ‘ncuriosito
‘nnammese a tutti ji atri…
Forze…
Pianderanne ‘na radica gnòva
pe’ la terra si’…”

 

“È inutile raccontarvi com’è andata.
Io guardavo a terra,
Alterato e zoppo.
Poi una luce...
un suono assordante come una tromba...
un colpo…
Come quando ero bambino…
Non ho sentito niente…
Poi più niente.

All’improvviso
ho rivisto la mia città
davanti ai miei occhi e…
La zoppia era svanita e
la bocca non era più storta
da frasi amare e scorbutiche.
Ho guardato in terra
per cercare i miei giochi...
e ho visto quei ragazzi....

Lo so: sono bravi ragazzi;
Un po’ inconsapevoli dei pensieri
Dei vecchi come me,
Sono troppo presi
a costruirsi un futuro,
per pensare al passato;
se non con un paio di battute
e un pizzico di stupore,
ma sono bravi ragazzi.

Si frequentano, parlano
ma non si annullano:
tra tutti gli altri...
forse...
Pianteranno una radice nuova
per la loro terra…”

     
     

Fonte libro: Noi! (...ae)

Un giorno Nino Spera (da tutti conosciuto come "Nino Cacaccia"),
attraversando una strada, col suo passo calmo,
come quando il bianconero si tingeva del tenue sole invernale;
come quando abiti lunghi e coppole storte abitavano le vie della città;
cercando la sua pallina di carta,
si dimenticò della velocità delle auto e della loro vista corta…
E nessuno lo vide più!

   
Dialetto avezzanese
Traduzione a cura di Claudio Salvini
   


 

Commenti   

 
+4 #1 Claudio 2012-02-20 14:46
Che tristezza quel giorno. Un pezzo di Avezzano che spariva per non tornare più, gentile, cordiale, mai maleducato. Ricordate quando si fermava ogni cinquantina di metri e incrociava le gambe?
 

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